La scritta “bio” a fianco dei prodotti elencati sul menu di un ristorante non significa necessariamente una sua corrispondenza alla realtà, considerando che attualmente scarseggiano i controlli e manca inoltre un obbligo di certificazione. Il settore del biologico lamenta la frode ai clienti nonché la distorsione della concorrenza mentre ilcomparto turistico teme per i danni derivanti all’immagine del Paese. Da mesi il Governo sta lottando contro il cosiddetto “greenwashing”. Dietro alle quinte si sta svolgendo un braccio di ferro tra il Ministero dell’Economia e quello della Salute. Il Ministero dell’Economia, guidato dal Partito Popolare, fa stato di “gravi perplessità”: una certificazione obbligatoria comporterebbe un aggravio burocratico, particolarmente pesante per i piccoli esercizi. Il Ministero della Salute, guidato dai Verdi, sostiene invece di non comprendere le riserve e sottolinea la necessità di chiare regole a tutela dei consumatori. Nel frattempo i ristoratori biologici hanno messo in guardia in una lettera aperta dalle “pecore nere”che spacciano per bio prodotti convenzionali. L’associazione degli agricoltori biologici Bio Austria reclama controlli e certificazione obbligatoria: “Il biologico vive di trasparenza. Se un ristoratore si vanta di servire prodotti biologici senzatuttavia certificarli gioca in maniera scorretta”. (ICE VIENNA)

Fonte notizia: Der Standard, 14 giugno 2024