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14 Giugno 2024

Spagna

SPAGNA-LE GRANDI ASSOCIAZIONI DI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI DEL SETT. ALIMENTARE CHIEDONO DI RISPETTARE LA TEMPISTICA STABILITA DALLE NORMATIVE EUROPEE

Le Associazioni spagnole di categoria del settore alimentare, guidate da Aecoc (https://www.aecoc.es/), Anged (https://anged.es/), Fiab (https://fiab.es/) e Asedas (https://www.asedas.org/) hanno unito le forze per chiedere al Governo di armonizzare le normative ambientali rispetto all'Europa. In particolare, chiedono che il Regio Decreto sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggio, approvato nel 2022, venga adeguato al Regolamento Europeo sugli Imballaggi recentemente approvato, che concede un margine di altri 5 anni per adeguarsi a obblighi quali il riutilizzo degli imballaggi e la marcatura ed etichettatura degli stessi.Nel gennaio 2025, i rivenditori di generi alimentari spagnoli dovranno stoccare un certo numero di bevande in contenitori riutilizzabili, a seconda della loro area di vendita, mentre la normativa europea non li obbliga a farlo fino al 2030. Secondo la catena del valore dei beni di largo consumo, questo costringerà le aziende a fare investimenti milionari che avranno un impatto sull'intera catena e, in ultima analisi, sul consumatore.Il secondo punto di discrepanza riguarda l'obbligo di introdurre elementi di etichettatura. Infatti, il regolamento spagnolo prevede che dal 1° gennaio 2025 ogni imballaggio domestico debba indicare in quale contenitore deve essere depositato, mentre il regolamento europeo fissa il 2030 come termine ultimo. Un altro grande ostacolo è rappresentato dal fatto che la Spagna non consente l'uso di mezzi elettronici per informare i consumatori sul contenitore da utilizzare per depositare i rifiuti alimentari, ma il regolamento lascia aperta la porta all'inserimento di QR con queste informazioni. "Questo migliorerebbe la raccolta differenziata degli imballaggi ed eviterebbe l'elevato impatto economico", ha dichiarato il direttore generale della Fiab, Mauricio García de Quevedo.Oltre ai costi elevati, secondo il settore del largo consumo questa anticipazione del regolamento europeo quinquennale potrebbe incidere sugli investimenti e causare incertezza giuridica, soprattutto quando, come hanno sottolineato le diverse associazioni, ci sono circa 600 regolamenti relativi alla sostenibilità in attesa di essere affrontati nella prossima legislatura europea. "Essere i primi della classe ha costi molto elevati e senza ascoltare le aziende non si possono affrontare i cambiamenti", ha aggiunto Matilde García Duarte, presidente di Anged. (ICE MADRID)


Fonte notizia: Giornale economico Expansión