Argentina
ARGENTINA: DOPO L'AGGIUSTAMENTO, L'ECONOMIA -5,1% SU BASE ANNUA NEL PRIMO TRIMESTRE 2024
Lo scenario negativo del primo trimestre, dopo la svalutazione del cambio, l'accelerazione dell'inflazione (57,3% nel periodo) e la caduta del potere d'acquisto di stipendi e pensioni, si è tradotto anche in un calo del 6,7% su base annua dei consumi privati, componente principale del PIL argentino. A sua volta, l’aggiustamento della spesa pubblica, tra tagli di voci ed eliminazione di programmi, si è riflesso in una contrazione del 5% su base annua dei consumi privati. La svalutazione di dicembre ha cambiato anche l'equazione del settore estero: le esportazioni sono cresciute del 26,1% su base annua, con un calo delle importazioni del 20,1%, associato anche a un livello di attività inferiore. “Il calo riportato rimane molto forte ed è in linea con le aspettative. Guardando al futuro, permane un importante freno statistico negativo ed è probabile che il secondo trimestre non sarà in grado di produrre crescita rispetto al precedente e continuerà ad essere negativo o nullo", anticipa l'economista Gabriel Caamaño, direttore di Consultora Ledesma. Il rapporto pubblicato oggi dall'Indec (Istituto Nazionale di Demografia e Censimento) conferma il trend negativo dei primi tre mesi già anticipato dai numeri di settore (commercio, industria, costruzioni) e dagli stessi dati dell'organizzazione, che attraverso l'EMAE (Stima mensile dell'attività economica) avevano segnalato un contrazione del 5,3% nel periodo. “Il livello minimo per l’economia era a marzo e aprile, a seconda del settore. E la ripresa, per ora, con i dati di cui disponiamo, è mista, con alcuni in miglioramento e altri in difficoltà. In generale, la tendenza assomiglia più a un tubo o a una V. Bisogna ricordare che la recessione termina quando si raggiunge il livello precedente, e i numeri mostrano che questo declino è iniziato nel secondo trimestre dello scorso anno. Quindi abbiamo già un anno di recessione e per raggiungere quel valore c’è ancora molta strada da fare e probabilmente sarà nel primo o nel secondo semestre del 2025, a seconda che si rimuovano o meno il blocco del cambio”, ha concluso Caamaño. Nell'analisi settoriale, l'industria è stata il settore più colpito e quello con la maggiore preponderanza nella caduta dell'economia: è crollata del 13,7% su base annua nel periodo e spiega il 2,16% della contrazione generale del PIL. Altre attività con dinamiche negative sono state l'edilizia (-19,7% su base annua), l'intermediazione finanziaria (-13%), il commercio (-8,7%), i trasporti e le comunicazioni (-1,1%) e il settore delle attività immobiliari e degli affitti (-1,6%). Tra i settori più positivi nel periodo in oggetto ci sono l’agricoltura e l’allevamento, cresciuti del 10,% su base annua (dopo la siccità che ha colpito il settore nel 2023), lo sfruttamento di miniere, cave e idrocarburi (cresciuti dell’8% su base annua) e la pesca (3,2%), tre settori contemporaneamente ad alto profilo di esportazione. I dati dell’Indec illustrano anche una dinamica negativa nella misurazione rispetto all’ultimo trimestre del 2023. I dati destagionalizzati mostrano una contrazione del PIL del 2,6% nei primi tre mesi di quest’anno rispetto alla fine dello scorso anno. Si tratta di due cifre consecutive di calo (nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia si era contratta del 2,5% rispetto al trimestre precedente). La stessa tendenza si riscontra nell’evoluzione dei consumi privati, che con il calo del primo trimestre (2,6%), accumulano quattro record negativi consecutivi (bisogna risalire al primo trimestre del 2023 per trovare l’ultima espansione: 1,7 %). Dal lato degli investimenti, il contesto negativo si è aggravato nel primo trimestre dell'anno: sono crollati del 12,6% nel primo trimestre rispetto al dato dell'ultimo trimestre del 2023, quando avevano registrato una contrazione del 9,1%. (ICE BUENOS AIRES)
Fonte notizia: www.lanacion.com.ar 25/06/2024