Per i prossimi tre mesi, il 23% lo prevede, rispetto al 18,8% di maggio, anche se dal 2022 l'aspettativa è sempre stata superiore al livello effettivo. In un confronto a lungo termine, il lavoro a tempo ridotto è leggermente superiore. L'aumento è relativamente basso se si considera la cattiva situazione economica dell'industria. “Tuttavia, questo non è un segnale positivo. Anzi, dimostra che molte aziende colpite considerano la crisi molto grave. Per questo motivo, nonostante la carenza di manodopera, sembrano tagliare posti di lavoro o delocalizzare piuttosto che ricorrere al lavoro a tempo ridotto per colmare il divario”, afferma Sebastian Link, esperto ifo. La maggior parte delle menzioni di lavoro a tempo ridotto sono state fatte dai produttori di mobili con una quota del 29,2%, seguiti dalla produzione di metalli con il 27,7%, dai produttori di apparecchiature elettriche con il 23,1%, dall'ingegneria meccanica con il 19,8% e dall'industria automobilistica con il 19,3%. Al contrario, non è stato segnalato alcun lavoro a tempo ridotto significativo nell'industria chimica. L'Agenzia federale del lavoro ha segnalato 232.000 lavoratori a orario ridotto a giugno, rispetto ai 215.000 di maggio, la maggior parte dei quali nell'industria manifatturiera. Durante la pandemia di coronavirus, la cifra ha raggiunto a volte i 6 milioni. (ICE BERLINO)

Fonte notizia: ifo Institut