Il tasso di cambio shekel-dollaro e la Borsa di Tel Aviv (TASE) trasmettono un senso di relativa stabilità, anche se la situazione della sicurezza sta peggiorando di giorno in giorno. Se si guarda al tasso rappresentativo shekel dollaro americano della Banca d'Israele alla vigilia del conflitto, il 6 ottobre, era di 3,86 NIS/$. Oggi, il tasso rappresentativo è di 3,75 NIS/$. Determinante secondo gli analisti e' stato il ruolo della Banca d'Israele, che all'inizio della guerra ha lanciato un importante piano per vendere fino a 30 miliardi di $ dai suoi oltre 200 miliardi di $ di riserve valutarie. Nelle prime settimane, l'Istituto ha venduto circa 8,5 miliardi di $, il che ha rafforzato lo shekel. Da allora, il tasso è rimasto più o meno stabile, oscillando tra NIS 3,5-3,8/$. Il fatto stesso che il mercato sappia che la Banca d'Israele è lì sullo sfondo con le sue grandi riserve valutarie, gioca la sua parte. Una seconda ragione è la correlazione tra ciò che sta accadendo a Wall Street e l'andamento della valuta israeliana, con la necessità degli investitori istituzionali israeliani di coprire i propri investimenti a Wall Street. In questo senso, anche la forte performance messa a segno dai mercati statunitensi quest'anno supporta il rafforzamento dello shekel. In controtendenza anche la performance del TASE (Tel Aviv Stock Exchenge), che questa settimana ha mostrato una serie di guadagni nonostante l'espansione della campagna contro Hezbollah. Anche in questo caso secondo gli analisti ciò è dovuto all'impulso positivo degli Stati Uniti dopo una riduzione relativamente aggressiva dei tassi di interesse decisa nei giorni scorsi dalla Federal Deserve, che ha contribuito a battere i record a Wall Street e che si inserisce in una situazione in cui il mercato azionario israeliano è in ritardo rispetto ad altre piazze internazionali, avendo registrato una performance notevolmente inferiore.  (ICE TEL AVIV)

Fonte notizia: Globes