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4 Novembre 2024

Svizzera

SVANITA NEL NULLA IN TICINO UNA TONNELLATA E MEZZA DI ORO

Una rete di presunti truffatori ha messo in atto una frode che ha coinvolto 800 investitori in Svizzera, Germania e Austria, con la promessa di alti guadagni derivanti dall'acquisto di oro grezzo, da raffinare presso la raffineria di Rancate in Ticino. Ora, una tonnellata e mezza d'oro, del valore di 84 milioni di franchi, sembra essere svanita nel nulla. La procura di Lugano ha aperto un’inchiesta per truffa, riciclaggio e accettazione non autorizzata di depositi.L’investimento in Swiss Gold Treuhand appariva come un’occasione sicura e redditizia. La Swiss Gold Refinery di Rancate, presentata con un'inaugurazione pubblica e con immagini diffuse online, sarebbe dovuta diventare la sede di raffinazione dell’oro. Tuttavia, il comune di Mendrisio e l’ufficio delle dogane di Berna hanno confermato che la raffineria non ha mai ottenuto i permessi necessari per iniziare le operazioni. Solo nel 2023, quando alcuni investitori hanno chiesto di vendere il loro oro, la verità è emersa: l’oro non era mai stato depositato né raffinato a Rancate.Quando sono emerse le prime difficoltà, si è diffusa la notizia che l'oro fosse stato trasferito a Lecce, in una raffineria della provincia. Constanze Pratt, una delle investitrici, ha raccontato di aver investito 600.000 euro, rimanendo senza risposte dalla Swiss Gold Treuhand. La raffineria di Lecce, in realtà, non ha mai ricevuto quel quantitativo d'oro e si trova sotto sequestro dal 2022 per un’inchiesta separata. Secondo l’attuale commissario della raffineria, i documenti che attestavano il deposito dell’oro erano falsi.Dove sia finito l’oro, ammesso che sia mai esistito, resta un mistero. Secondo Thomas Bremer, responsabile dell’associazione dei danneggiati, i documenti che avrebbero dovuto provare l’acquisto dell’oro in Centrafrica sarebbero falsificati, tanto da trarre in inganno perfino i broker che li vendevano. Al centro dell’inchiesta vi sono tre indagati principali, tra cui Claudio de Giorgi, acquirente dell’oro e pregiudicato con precedenti per truffa, e il presidente del Consiglio di amministrazione della Swiss Gold Treuhand, suo avvocato personale.Nel 2023, mentre l’inchiesta avanzava, si è diffuso tra i clienti il nome di una nuova società, la SGB Vault, che avrebbe dovuto prendere in carico i contratti della Swiss Gold Treuhand. Questa società è stata presentata come una possibile soluzione per rimborsare i clienti. Tuttavia, il tribunale fallimentare di Zugo ha respinto la richiesta, considerando il piano non credibile, e ha avviato il fallimento della Swiss Gold Treuhand. Curiosamente, tra i dirigenti della nuova società figura la figlia di Claudio de Giorgi, coinvolta per un breve periodo.La rete di vendita della Swiss Gold Treuhand, composta da oltre 2.000 broker, è gestita dalla società IFPG con sede in Liechtenstein. Questo sistema, basato su commissioni, ha permesso di ampliare rapidamente la base clienti. Dopo il fallimento, ai broker è stato richiesto di non promuovere più i contratti della Swiss Gold Treuhand, suggerendo invece ai clienti di passare alla SGB Vault. Tuttavia, anche della nuova società i broker non hanno ricevuto informazioni chiare, generando ulteriori sospetti.Le similitudini tra la Swiss Gold Treuhand e la SGB Vault sono molte. Entrambe le società dichiarano di avere una raffineria in Ticino, rispettivamente a Rancate e a Bedano, ma nessuna delle due ha mai ricevuto le necessarie autorizzazioni. Anche l’acquirente dell’oro per la SGB Vault è un pregiudicato, già condannato per riciclaggio e associazione mafiosa.Il 18 settembre 2024, la procura di Lugano ha arrestato i vertici della SGB Vault e avviato un’inchiesta per presunta truffa. Tra i sette indagati figurano la presidente della SGB Vault e suo padre, oltre al cittadino tedesco a capo della rete di broker. L’IFPG, la società dei broker, non è formalmente indagata e continua le sue attività.Nel frattempo, alcuni clienti della SGB Vault, sempre più preoccupati, hanno richiesto la restituzione dell’oro. Ma le lettere inviate alla raffineria di Bedano sono tornate indietro, e il sito della società è stato rimosso. L’autorità di vigilanza finanziaria svizzera FINMA ha nominato un commissario per gestire la situazione, ma il mistero resta irrisolto: che fine ha fatto l’oro promesso agli investitori? (ICE BERNA)


Fonte notizia: SWI - swissinfo.ch