Il 4 dicembre, un comitato intergovernativo delle Nazioni Unite ha deciso di inserire la produzione di Sakè tra i Patrimoni Culturali Immateriali dell'Umanità, aggiungendola ad un elenco che comprende anche il teatro "Noh" e la cucina tradizionale "Washoku". Il riconoscimento comprende anche i metodi di produzione dello "Shochu" (un distillato di riso), del "Mirin" (una sorta di Sakè dolce da cucina) e di altre bevande alcoliche.Gran parte dei processi di produzione del Sakè - che costituisce una parte essenziale della cultura giapponese e viene utilizzato in riti purificatori e celebrazioni sia culturali che religiose - viena ancora svolta a mano, dai mastri distillatori, alla maniera tradizionale. Il metodo di produzione prevede un processo inusuale denominato "fermentazione multipla parallela", in cui il microrganismo (muffa) "Koji-kin" viene utilizzato per convertire in zucchero l'amido di riso, grano o  altri cereali, allo stesso tempo in cui il lievito fa fermentare gli zuccheri trasformandoli in alcol.A fronte dell'affievolirsi della popolarità del Sakè in Giappone, il suo riconoscimento a livello mondiale mostra invece una crescita. Nel 2023 il valore delle esportazioni è quasi raddoppiato rispetto a tre anni prima, raggiungendo 41,1 miliardi di Yen (273 milioni di USD). (ICE TOKYO)

Fonte notizia: NIKKEI ASIA REVIEW