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3 Aprile 2025

Etiopia

ETIOPIA: COME IL SETTORE BANCARIO ETIOPE SI STA APRENDO AL MONDO

L’Etiopia, tramite la Banca nazionale d’Etiopia (Nbe), la banca centrale, ha introdotto nuove e severe normative per le banche straniere che entrano nel suo settore finanziario.La direttiva dell’Nbe impone alle banche straniere che vogliono aprire nel Paese un capitale minimo versato di cinque miliardi di birr, ovvero circa 39,7 milioni di dollari, cifra decisamente irrisoria rispetto alla soglia di capitale per le banche, ad esempio, che aprono nel vicino Kenya. Le banche straniere che aprono filiali o sussidiarie in Etiopia dovranno fornire cinque miliardi di birr in valuta forte (vengono citati dollari americani, euro o sterline) da versare interamente e in anticipo, depositandoli su un conto bloccato per le filiali o assegnati in modo permanente alle filiali. Gli uffici di rappresentanza, limitati a ruoli non bancari, dovranno versare una fee di 100.000 dollari all’anno e le tasse di licenza aggiungono ulteriori costi: 1.587 dollari per le indagini e 4.762 dollari per una licenza di filiale o sussidiaria, il doppio delle tasse che pagano le banche locali.La direttiva etiope impone una serie di requisiti che vanno oltre il capitale.Le banche estere dovranno avere un rating di grado di investimento (Bbb- o superiore), bilanci finanziari verificati da tre anni e una lettera di non-obiezione dall’autorità di regolamentazione del loro Paese di origine, oltre a firmare un protocollo d’intesa con la Nbe e l’autorità di regolamentazione etiope. Le domande dovranno includere piani aziendali dettagliati, proiezioni finanziarie triennali e conformità allo storage dei dati locali, con un processo di approvazione di 90 giorni.Le norme dell’Etiopia indicano una posizione protettiva e molto cauta verso l’apertura del settore bancario agli stranieri, limitando la proprietà straniera al 49% nelle filiali e limita la partecipazione degli investitori strategici, definiti come banche estere affidabili, enti di proprietà statale o istituti di finanziamento allo sviluppo, al 40%. I limiti individuali sono anche più rigidi: le persone fisiche non possono superare il 7%, mentre le persone giuridiche sono limitate al 10%. Le regole mirano a garantire “stabilità macroeconomica e crescita” proteggendo al contempo il sistema finanziario dell’Etiopia dal predominio straniero.L’apertura del settore bancario in Etiopia ha già suscitato l’interesse di istituzioni straniere desiderose di attingere ai suoi 120 milioni di abitanti e alla sua forte crescita annuale: giganti globali come Hsbc e Standard chartered, con le loro grandi disponibilità finanziarie e l’esperienza africana, sono attratti dal mercato dell’Etiopia, dove meno della metà della popolazione ha un conto in banca e la finanza digitale è ancora in fase embrionale. Anche attori regionali come il Kcb group del Kenya, già una potenza nell’Africa orientale, e la Standard bank del Sudafrica, presente in 20 nazioni africane, stanno valutando l’ingresso in Etiopia, attratti dalle prospettive di rimesse, finanziamenti al commercio e servizi conformi alla Sharia.  (ICE ADDIS ABEBA)


Fonte notizia: InfoAfrica