Grecia
INVESTIMENTI DIRETTI TRA ITALIA E GRECIA: UN DECENNIO DI SCAMBI IN EVOLUZIONE
Nel periodo 2013–2023, gli investimenti diretti esteri (IDE) italiani in Grecia hanno mostrato una crescita solida e costante, passando da 2,2 a oltre 4,8 miliardi di euro. Questo incremento riflette il crescente interesse delle imprese italiane verso il mercato greco, sostenuto dalle opportunità nei settori dell’energia, delle infrastrutture, del turismo e dei servizi. La componente principale degli IDE italiani è rappresentata da azioni e utili reinvestiti, che da soli sono cresciuti da 1,9 miliardi nel 2013 a 4,3 miliardi nel 2023. Le imprese italiane già presenti nel Paese non solo hanno mantenuto una presenza stabile, ma hanno anche rafforzato il proprio radicamento, reinvestendo i profitti e dimostrando fiducia nella stabilità del contesto greco. La componente debitoria, pur più contenuta (oscillante tra 292 e 552 milioni di euro), è rimasta stabile, a conferma di una strategia orientata a investimenti strutturali piuttosto che a finanziamenti a breve termine. Questa dinamica suggerisce anche una maggiore autosufficienza finanziaria delle controllate italiane, meno dipendenti da prestiti infragruppo. Nel complesso, l’andamento positivo degli IDE italiani in Grecia rappresenta un segnale incoraggiante per le imprese interessate ad entrare nel mercato ellenico, specie nei settori ad alto valore aggiunto. I dati confermano che esiste uno spazio concreto per l’espansione italiana, in un contesto che ha già premiato la qualità imprenditoriale del Made in Italy. Sul fronte opposto, gli IDE greci verso l’Italia hanno avuto un andamento più irregolare. Dopo una fase iniziale di espansione della componente in equity – da 65 milioni nel 2013 a picchi superiori ai 280 milioni nel 2016-2017 – si è registrata una contrazione a partire dal 2018. La crisi pandemica ha ulteriormente rallentato i flussi, ma negli ultimi anni si osserva una timida ripresa, con investimenti in risalita fino a 147 milioni nel 2023. Diversamente dagli IDE italiani in Grecia, però, la componente di debito degli IDE greci in Italia ha avuto un andamento costantemente negativo. Le imprese greche hanno progressivamente ritirato capitali attraverso rimborsi di prestiti infragruppo, con valori particolarmente elevati nel 2017, 2022 e 2023. Questo ha limitato l’impatto positivo dell’equity sul saldo complessivo degli investimenti. Per le imprese italiane partecipate da gruppi greci, ciò ha comportato inizialmente un apporto di capitale utile alla crescita, seguito però da una graduale riduzione della liquidità disponibile. Molte di queste realtà hanno dovuto ricorrere a fonti alternative di finanziamento – come fondi europei o capitali privati – per mantenere operatività e sviluppo. (ICE ATENE)
Fonte notizia: Banca d'Italia