Marocco
CRISI CLIMATICA, RACCOLTO DEI CEREALI IN FORTE CALO
In Marocco, il raccolto dei cereali registra un forte calo, determinando un aumento delle importazioni. Secondo una nota pubblicata da un servizio dell’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), la produzione nazionale di cereali dovrebbe raggiungere appena 4 milioni di tonnellate, con un calo di circa il 27% rispetto alla media quinquennale. Questo netto calo della produzione, è l’allarme del sito di informazione marocchino LeDesk, impone un maggiore ricorso alle importazioni e solleva interrogativi sulle riserve alimentari disponibili a medio termine.La mietitura del grano, iniziata a maggio, è stata completata durante lo scorso mese, mentre quella dell’orzo dovrebbe concludersi entro la fine di luglio. Nonostante le abbondanti piogge tardive registrate in marzo e aprile, i terreni hanno sofferto di un deficit idrico storico durante il periodo invernale – tra dicembre 2024 e febbraio 2025 – con precipitazioni inferiori di oltre il 60% alla media stagionale in regioni chiave come Fes-Boulemane, il Gharb, il Grand Casablanca e la regione di Tangeri-Tetouan.Queste carenze pluviometriche croniche hanno pesato fortemente sul potenziale produttivo del Paese, accentuando una tendenza iniziata nel 2024 e sollevando la questione della resilienza strutturale del settore agricolo di fronte ai cambiamenti climatici.Il sistema di informazione Fao denominato Global Information and Early Warning System (Giews) prevede per la campagna di commercializzazione 2025/2026 (luglio-giugno) importazioni di cereali che raggiungeranno gli 11 milioni di tonnellate, ovvero oltre il 20% in più rispetto alla media. Per attenuare l’impatto di questa maggiore dipendenza dai mercati internazionali, il governo ha prorogato fino al 2025 la sovvenzione all’importazione di grano tenero. Questo provvedimento, inizialmente previsto fino ad aprile, mira a mantenere la stabilità dei prezzi del pane, alimento base della dieta marocchina. In questo contesto teso, conclude LeDesk, un elemento inaspettato tempera le preoccupazioni: l’inflazione alimentare è rimasta moderata nel primo semestre del 2025, attestandosi, a giugno, allo 0,4%, contro lo 0,7% del mese precedente, raggiungendo il livello più basso dall’ottobre 2024. Questa evoluzione riflette un calo dei prezzi di diversi prodotti di base, in particolare ortaggi, pesce, carne, pane e cereali, in parte grazie al sistema di sovvenzioni pubbliche, ma anche per via di fattori congiunturali legati alla domanda interna e all’andamento dei mercati. (ICE CASABLANCA)
Fonte notizia: infoafrica
