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15 Ottobre 2025

Romania

FMI: LA CRESCITA DELL’ECONOMIA ROMENA RALLENTERÀ ALL’1% NEL 2025, mentre inflazione e disoccupazione peggiorano

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che l’economia della Romania crescerà soltanto dell’1% nel 2025, secondo l’ultima edizione del World Economic Outlook pubblicata nell’ottobre 2025. Per il 2026, l’istituzione internazionale stima un incremento del PIL dell’1,4%, segnando un rallentamento rispetto alle previsioni formulate in primavera, quando la crescita era stimata all’1,6% per il 2025 e al 2,8% per il 2026.Secondo il FMI, il 2025 sarà un anno “volatile”, caratterizzato da un riassetto delle priorità di politica economica negli Stati Uniti e da un processo di adattamento delle altre economie alle nuove realtà globali. Le notizie legate al commercio internazionale continueranno a influenzare le percezioni sulle prospettive economiche mondiali.Nonostante il contesto difficile, le proiezioni del FMI per la Romania restano invariate rispetto a quelle di settembre, quando il Capo Missione dell’organizzazione per la Romania, Joong Shik Kang, aveva sottolineato l’importanza del nuovo pacchetto di riforme fiscali previsto dal governo per il biennio 2025–2026. Le misure comprendono l’aumento delle aliquote IVA standard e ridotte, il proseguimento del blocco dei salari nel settore pubblico e il congelamento delle pensioni nel 2026.Il FMI prevede inoltre che l’inflazione in Romania rimarrà elevata nel corso dei prossimi dodici mesi, per poi rientrare nel margine di tolleranza della Banca Nazionale della Romania solo verso la fine del 2026.Per quanto riguarda gli altri indicatori macroeconomici, il Fondo stima: Inflazione: 7,3% nel 2025 e 6,7% nel 2026;Deficit delle partite correnti: 8% del PIL nel 2025 e 6,6% nel 2026;Tasso di disoccupazione: 5,9% nel 2025 e 5,8% nel 2026, in aumento rispetto al 5,4% registrato nel 2024.Queste previsioni riflettono un contesto economico più fragile, in cui la Romania dovrà bilanciare le esigenze di consolidamento fiscale con la necessità di sostenere la crescita e contenere le pressioni inflazionistiche.


Fonte notizia: Ziarul Financiar