Francia
NUOVE COSTRUZIONI IN FRANCIA: PRIMI SEGNALI DI RIPRESA DOPO DUE ANNI BUI
Dopo due anni di forte calo, il mercato francese delle nuove costruzioni sembra finalmente in ripresa. Secondo gli ultimi dati pubblici, le nuove abitazioni, che avevano raggiunto il punto più basso nel maggio 2025 con solo 258.000 unità in dodici mesi, stanno gradualmente tornando ad aumentare. L'agosto 2025 segna un punto di svolta, con più di 270.000 unità abitative avviate. Questa ripresa dell'attività, che è ancora timida, può essere spiegata da diversi fattori: l'allentamento dei tassi di interesse, il calo dell'inflazione, l'espansione delle PTZ e l'accelerazione del Nuovo Programma Nazionale di Rinnovamento Urbano (NPNRU).Nonostante questo miglioramento, l'attività rimane significativamente inferiore ai livelli pre-crisi: le nuove costruzioni rimangono inferiori del 29% rispetto al periodo pre-pandemia. Tuttavia, questo rimbalzo segna l'inizio di un nuovo ciclo. Il settore immobiliare mantiene il suo status di rifugio sicuro per le famiglie francesi, in un contesto di esigenze strutturali sempre crescenti. La crescita demografica, unita all'aumento dei fenomeni di decoabitazione (invecchiamento, celibato, divorzi), continua a generare una domanda elevata, stimata tra le 250.000 e le 450.000 nuove abitazioni all'anno a seconda delle fonti.Anche il mercato dell'edilizia non residenziale, anch'esso a mezz'asta dal 2022, sta iniziando a riprendersi. Ad agosto 2025 l'area avviata in costruzione è aumentata del 2,0% rispetto a luglio, dopo aver toccato il minimo storico di 19,8 milioni di m2. Spiccano alcuni settori, tra cui i magazzini (+5,2%), l'edilizia culturale e per il tempo libero (+4,9%) e la sanità (+4,1%). L'allentamento della politica monetaria europea sta inoltre creando un contesto più favorevole per gli investimenti, ma la ripresa rimane fragile, ostacolata dalla persistente instabilità politica e dalle forti incertezze internazionali.I vincoli strutturali e normativi pesano tuttavia sulle prospettive del settore. L'alto costo dei materiali (ancora dal 10 al 20% in più rispetto al livello del 2019), il rafforzamento degli standard ambientali (RE 2020, decreto terziario, obiettivo ZAN), nonché la scarsità di terreni accessibili, complicano la ripresa. Il riciclo urbano sta diventando una priorità: la suddivisione dei pacchi, la riconversione di terreni incolti, le aree commerciali o gli uffici sono ormai strade da preferire. Queste operazioni, più complesse e costose, sollevano tuttavia la questione della loro redditività economica su larga scala.A medio termine, le prospettive per il settore rimangono subordinate alla stabilizzazione del contesto macroeconomico e politico. In questo clima di incertezza, gli operatori dovranno adattarsi a una profonda trasformazione del mercato: riduzione dell'artificializzazione, aumento del riutilizzo, aumento delle esigenze abitative per gli anziani, logistica legata all'e-commerce e l'evoluzione dell'ufficio di fronte al telelavoro. Più che un semplice rimbalzo ciclico, è una riconfigurazione sostenibile del settore che è in corso. (ICE PARIGI)
Fonte notizia: FL - batinfo.com del 05/11/2025
