“Nella precedente rilevazione, con ottobre si era confermata una crescita del periodo Gen-Ott 2023 del
+4,3% rispetto al 2022. I dati pubblicati oggi dall’ISTAT sulle esportazioni italiane verso i Paesi extra UE
esprimono invece una ennesima inversione di tendenza del mese di novembre sull’anno precedente pari ad
un -3,7%, che porta il risultato complessivo dei primi 11 mesi al +3,5% (+5% al netto dell’energia) per un
valore di 277 MLD di euro. A questo punto dell’anno, il maturato delle esportazioni sull’extra UE può
considerarsi piuttosto consolidato, tanto che anche una eventuale flessione di dicembre difficilmente ci
porterebbe a chiudere il 2023 in territorio negativo, ma - vista l’estrema volatilità del contesto - tutto è
ancora da dimostrare.
L’economia dell’Eurozona attraversa ancora una fase di debolezza che grava sia sulle imprese sia sui
consumi. Per questo è necessario spingere e valorizzare la presenza delle nostre produzioni sui mercati
globali, che stanno soffrendo in maniera minore. A fronte delle importanti riduzioni su base annua delle
esportazioni verso Svizzera (-23,7%), Regno Unito (-21,4%) e Giappone (-16,8%), aumentano le vendite
verso paesi MERCOSUR (+8,5%), Turchia (+7,4%), paesi OPEC e Cina (per entrambi +5,6%) e Stati Uniti
(+4,9%).
Il fattore “energia” rimane una voce determinante nelle dinamiche di interscambio. A novembre 2023
infatti (rispetto al precedente mese di ottobre) la flessione del 3,0% dell’export sul mese precedente dello
stesso anno riguarda tutti i raggruppamenti delle principali industrie - ad eccezione dei beni di consumo
durevoli (+2,6%) – ed è dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di energia (-31%), beni
intermedi (-3,4%) e beni di consumo non durevoli (-2,5%). Scenario simile se prendiamo in considerazione
nov2023 su nov2022, dove la contrazione del 3,7% (per quanto influenzata da operazioni occasionali di alto
impatto, come un grosso ordine di cantieristica navale avvenuto nel 2022, al netto del quale, la flessione si
riduce a -1,2%) è causata per un -16,4% dalle vendite di energia, seguita dai beni intermedi (-6.9%) e beni
strumentali (-4,9%), mentre crescono le esportazioni di beni di consumo durevoli (+4,3%) e non durevoli
(+0,5%).
La fine del 2023, ci consegna quindi indicazioni importanti rispetto al lavoro che dobbiamo fare per portare
il Made in Italy ad essere ancora più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Sono saltati o
profondamente cambiati schemi e regole, anche a causa di avvenimenti esogeni e tragici come le pandemie
passate e i conflitti tutt’ora in atto. Bisogna essere più flessibili e veloci nel cogliere le opportunità che si
presentano sui mercati internazionali e questo è possibile farlo attraverso quel lavoro di squadra messo in
campo dalla volontà del Governo e dall’intero Sistema Paese di cui ICE (insieme a SACE, SIMEST, CDP) fa
parte.
In particolare, grandi opportunità si prospettano sullo sviluppo dell’esportazione sui Balcani e il potenziale
indotto che può creare l’applicazione del Piano Mattei.”