“I dati pubblicati dall’ISTAT sulle esportazioni italiane di ottobre verso i Paesi extra UE delineano uno
scenario ancora volatile, altalenante e di difficile predittività. Dopo un inizio anno molto positivo, dalla
primavera abbiamo osservato variazioni positive e negative: il dato di ottobre, che speriamo si confermi
anche nei prossimi mesi inverte quello di settembre. Guardando ai primi dieci mesi dell’anno, infatti, il
nostro Paese ha esportato al di fuori dell’Unione Europea beni per oltre 250 miliardi di euro, con una
crescita tendenziale sul periodo gennaio – ottobre 2022 del +4,3% (a settembre la crescita era del +3,7%).
A ottobre si è infatti registrata una crescita molto sostenuta, sia congiunturale (+6,3% rispetto a settembre
2023), sia tendenziale (+9,2% rispetto a ottobre 2022). Nel primo caso, a trainare la crescita su base mensile
dell’export sono state soprattutto le maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+9,7%) e di beni
strumentali (+6,4%). In leggera flessione, invece, le performance dei beni di consumo durevoli (-0,1%),
unico raggruppamento industriale in calo. Nel secondo caso, hanno inciso positivamente le vendite di
energia (+24,4%) e di beni strumentali (+21,9%); buone le performance verso i paesi OPEC (+42%), il
Giappone (+25,2%), gli Stati Uniti (+10,1%) e il Regno Unito (+9,1%). Decresce, invece, lo scambio
commerciale del nostro Paese con Cina (-1 %) e paesi MERCOSUR (-0,5%).
Al volgere del 2023, questa inversione di tendenza dimostra una volta di più come, grazie al lavoro di
squadra messo in campo dall’intero Sistema Paese (ICE, SACE, SIMEST, CDP), il Made in Italy continui a
imporsi sui mercati internazionali, nonostante le complessità geopolitiche generate dal conflitto in Ucraina
e da quello in Medioriente. Un contesto mutevole, che nonostante questi segnali positivi, ci impone di
guardare con prudenza gli ultimi mesi dell’anno, soprattutto per una confermata imprevedibile volatilità.
Con l’auspicio che anche su ottobre i dati extra Ue anticipino i trend delle esportazioni totali”.