INTERVENTO DEL PRESIDENTE CARLO FERRO ALL'ITALY-CHINA FORUM ON THIRD MARKET COOPERATION - PALAZZO BARBERINI

INTERVENTO DEL PRESIDENTE CARLO FERRO ALL'ITALY-CHINA FORUM ON THIRD MARKET COOPERATION PALAZZO BARBERINI

Oggi, in questa splendida cornice, l’Italia incontra la Cina. Due paesi che si distinguono fra gli altri per tradizione, bellezza e innovazione secolari. Due culture che si caratterizzano per spirito di iniziativa e concretezza. Due sistemi di imprese aperti a cooperare su basi di reciprocità.

Voglio esserne personalmente testimone oggi, sulla base della mia diretta esperienza –  nella mia precedente vita professionale nell’industria della microelettronica – con una joint-venture manifatturiera a Shenzhen che cresce con successo e reciproca soddisfazione dei partners dalla metà degli anni ’90 e quella – insieme a partners Coreani – che ha stabilito a Wuxi una delle prime fabbriche di semiconduttori in tecnologia a 300 mm. in Cina.

L’interscambio fra i nostri due Paesi è già molto importante:

  • 44   miliardi di € di interscambio
  • 13,2   miliardi di € di export dall’Italia
  • 30,8   miliardi di € importazioni dalla Cina

L’Italia è ormai per la Cina il quarto partner commerciale tra i Paesi UE. Nel 2018 si è registrata una flessione del nostro export verso la Cina a causa soprattutto del rallentamento di settori importanti, come l’automotive, che ha avuto impatto su tutto il settore della componentistica.

Vogliamo guardare avanti con ottimismo in tempi rapidi per cogliere nuove opportunità. I numeri indicano questo potenziale:

  • l’Italia è il 9no Paese nelle classifiche del commercio mondiale, ma è il 24mo fornitore dell’import in Cina;
  • gli investimenti diretti di imprese cinesi in Italia sono importanti e comprendono esempi di collaborazione efficace e proficua. Per esempio, martedi abbiamo avuto il piacere di conferire il Premio Leonardo International – uno dei più prestigiosi riconoscimenti patrocinato dal Presidente della Repubblica – al Gruppo Weichai, che ha investito con successo in uno dei campioni della nautica da diporto italiani.

Tuttavia le società italiane a capitale cinese sono il 1.9% delle società a capitale cinese in Europa.

L’economia italiana -  che ha la seconda industria manifatturiera in Europa e la seconda agricoltura per valore aggiunto d’Europa – offre ulteriori opportunità per le imprese, anche PMI.

Le Pmi, infatti, sono numerose in entrambi i Paesi e contribuiscono a più della metà del PIL in Italia e a circa il 60% in Cina. Oggi sono presenti imprese italiane nei settori delle infrastrutture, dei trasporti, dell’energia, dell’industria manifatturiera, degli strumenti finanziari, che hanno una forte complementarietà di tecnologia e di prodotto con l’industria cinese, fattore di opportunità sia di interscambio sia di cooperazione.

Per la meccanica strumentale, ad esempio, l’innovazione tecnologica, unita alla flessibilità delle nostre imprese, ha reso questo comparto una delle principali piattaforme di collaborazione fra i nostri due paesi e la principale area delle nostre esportazioni.

Anche in settori tradizionali come la meccanica agricola, possiamo offrire soluzioni innovative: per le coltivazioni intensive tese ad aumentare l’efficienza e la resa dei terreni con l’obiettivo di favorire un altro comune obiettivo: la sicurezza alimentare. 

L’evoluzione degli indirizzi di politica industriale nella R.P.C., sempre più orientato all’innovazione e alla sostenibilità, non può che trovare nell’Italia un partner sempre più strategico, in un modello di interscambio di beni e servizi, di partnership, di investimenti innovativi e di intervento congiunto in Paesi terzi anche nel quadro di un’efficace tutela della proprietà intellettuale e del rafforzamento della lotta alla contraffazione.

La necessità di un più ampio e facile accesso ai rispettivi mercati non può prescindere dal proseguire sulla strada dell’eliminazione delle barriere non tariffarie che creano ingiustificati ostacoli al commercio, e su quella della cooperazione per il reciproco avvicinamento degli standard tecnici e delle misure sanitarie e fitosanitarie.

Una ancor più stretta collaborazione comune verso i paesi terzi rientra nel quadro di queste opportunità e potrà portare ancora maggiore prosperità per entrambi i Paesi.

Infrastrutture e Trasporti, Energia, Industria manifatturiera e Strumenti finanziari sono i settori in cui ci impegneremo a creare nuove opportunità per le nostre imprese in Egitto, Georgia, Azerbaijan e Kazakhstan, per citare alcuni Paesi, e condividere con questi Paesi le sfide sulla strada dello sviluppo, della crescita economica e della sostenibilità.

A questo fine, sarà indispensabile il sostegno delle istituzioni finanziarie a esplorare finanziamenti per la cooperazione in mercati terzi tra aziende italiane e cinesi.

L’ITA ha aperto il suo primo ufficio a Pechino nel 1966 e oggi è presente a Pechino, Shanghai, Hong Kong, Canton, a cui si aggiungono un desk per l’attrazione degli investimenti esteri e uno per la proprietà intellettuale e il fair trade. ITA vuole impegnarsi per allargare le nostre opportunità di collaborazione a sempre nuove aree: penso al digitale e all’e-commerce, alla promozione delle nostre startup, a cui vogliamo offrire sempre maggiore visibilità e occasioni di business su un mercato così strategico.

Ne sono esempi concreti:

  • i recenti accordi siglati con il Gruppo Alibaba per la creazione del primo brandhub su Tmall;
  • l’Accordo che stiamo siglando con un altro importate gruppo cinese nel corso di questa visita per favorire l’ingresso nel mercato cinese di nuovi marchi e prodotti italiani nel settore lifestyle;
  • il lancio del Global Startup Program, grazie al quale potremo portare le nostre startup presso i migliori incubatori cinesi;

 ITA – Agenzia del Governo Italiano – è al servizio delle imprese italiane e si propone come interlocutore, promotore e facilitatore nelle relazioni con le imprese cinesi, e guarda con ottimismo all’opportunità di lavorare insieme con le omologhe organizzazioni del Governo della R.P.C.

Vogliamo farlo nella condivisione della visione dell’ARMONIA DEL VANTAGGIO RECIPROCO DELLE PARTI, se mi consentite di concludere con l’insegnamento del Maestro Confucio, 2500 anni or sono.