XXXVI Edizione Rapporto sul Commercio Estero "L'Italia nell'economia internazionale"

PRESENTATI I RISULTATI 2021 E LE PREVISIONI 2022 – 2023

Esportazioni italiane, +18,2% nel 2021 (sul 2020) e +22,4% nel primo semestre 2022 (sui primi sei mesi del 2021): un trend positivo che prosegue nel post-Covid

Importazioni mondiali: +2,1% a fine 2022 e +4% a fine 2023

Previsioni di crescita in volume per il commercio mondiale del 2,1% nel 2022 e del 4% nel 2023

Post-Pandemia e conflitto Russia-Ucraina pongono nuove sfide per le imprese italiane

 

Napoli, 6 settembre 2022 – È stata presentata oggi, presso il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, la XXXVI edizione del Rapporto sul commercio estero L’Italia nell’economia internazionale, con l’intervento del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Luigi Di Maio, del Viceministro dello Sviluppo Economico On. Gilberto Pichetto Fratin, del Direttore delle statistiche economiche dell’Istat Fabio Rapiti e del Presidente di ICE Agenzia Carlo Ferro.

Lo scenario e la situazione ad oggi

La pandemia ha impresso un’ulteriore accelerazione ad alcuni trend che erano già in atto: i processi di digitalizzazione, lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asiasalute e sostenibilità al centro dei valori di consumo delle nuove generazioni. Ma ha anche messo le imprese di fronte a nuove sfide: le strozzature di alcune supply chain, la ridotta capacità della logistica internazionale e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari e - soprattutto, oggi - le difficoltà di approvvigionamento ed il prezzo del gas.

Il conflitto seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta esasperando le spinte inflattive e sta generando ulteriori tensioni nelle catene globali del valore, particolarmente per le produzioni energivore. Gli effetti sul commercio estero del nostro Paese riguardano prevalentemente le importazioni da Russia e Ucraina, Paesi fornitori di materie prime energetiche, materie prime e componenti specifici ad alcune filiere.

Nonostante la particolare congiuntura internazionale, le imprese esportatrici italiane hanno reagito prontamente durante e dopo la pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili. Se già alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5% i livelli precedenti al Covid con una crescita del 18,2% sul 2020, nei primi sei mesi del 2022 si è registrata un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4% sullo stesso periodo del 2021. Certo, occorre leggere i dati tenendo conto dell’inflazione che, dopo 36 anni, è tornata ad essere una variabile in grado di condizionare l’evoluzione dell’economia globale. Sotto questa luce, vediamo che la “componente prezzo” incide per circa 20 punti percentuali sul +22,4% delle nostre esportazioni nei primi sei mesi dell’anno. I prezzi delle materie energetiche contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale. Comunque, anche in volume l’export italiano continua a crescere.

La crescita tendenziale nei primi 5 mesi di quest’anno riguarda quasi tutti i settori e, per molti, è largamente positiva anche sul 2019: i prodotti alimentari e bevande (+18,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, addirittura, +31,2% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti del settore dei metalli (+29,2% sullo stesso periodo del 2021 e +44,5% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti chimici (+28,5% e +38,2% a pari periodo sul 2019) e degli apparecchi elettrici (+16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +24,9% sul 2019).

Considerando l’andamento dell’export nel primo semestre di quest’anno, è verso la Turchia che le esportazioni italiane hanno registrato la maggior crescita (38,5% rispetto allo stesso periodo del 2021), seguita da Belgio (+32,7%), Stati Uniti (+31,3%), Spagna (29,1%), Austria (+24,8%), Romania e Paesi Bassi (+23%), Regno Unito (+20,8%) e Francia (+20%). Solo per la Russia (-17,6%), a seguito del conflitto in Ucraina, si registra una sostanziale flessione.

Il valore doganale delle esportazioni di beni e servizi dell’Italia, nel 2021, è stato di 581 miliardi di euro ed esse hanno rappresentato il 32% del Pil del Paese (nel 2020 era il 30,2%). Infine, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di beni nel 2021 (2,71%) è leggermente inferiore rispetto all’anno precedente (2,82%).

La riduzione dell’avanzo commerciale (44,2 miliardi di euro) rispetto al 2020 riflette la crescita del disavanzo del comparto energia. Al netto di questa componente, infatti, il surplus sfiora i 90 miliardi, in aumento rispetto agli 86 dell’anno precedente.

 

Le previsioni

Alla luce del conflitto russo-ucraino, ICE e Prometeia hanno rivisto e pubblicato a luglio il loro rapporto sull’Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori: ne emerge una stima di crescita del commercio mondiale di beni e servizi in volume del 4.1% nel  2022 e del 3.2% nel 2023. Anche se i tassi di incremento sono ben inferiori a quelli che erano stati ipotizzati a inizio febbraio, restano prospettive di crescita nel breve-medio periodo e le imprese italiane hanno il potenziale per poterle cogliere. Dal punto di vista geografico, gli incrementi più elevati sono attesi per l’Asia centrale (+15,5% nel 2023/2021), l’Africa settentrionale (+9,2%), l’Asia orientale (+9%), l’America centro-meridionale (+8,8%) e il Medio Oriente (+8,7%).

L’azione di sistema a sostegno delle imprese

L’impatto sull’export del conflitto russo-ucraino è oggetto di attenzione e per questo Maeci e ICE hanno messo in campo nuovi strumenti di supporto alle imprese per favorire la diversificazione degli sbocchi di mercato e l’apertura di nuove fonti di approvvigionamento di materie e componenti. Già prima del conflitto, nel quadro dell'azione di sistema coordinata dal Maeci e del "Patto per l'export", ICE Agenzia dal 2019 ha messo in atto 20 nuove azioni, rivolte ad ammodernare e rendere più fruibili i suoi servizi alle imprese; ha modulato durante la pandemia e accelerato dopo la pandemia le attività di servizio più tradizionali (fiere in Italia e all'estero e formazione) e ha rafforzato la propria organizzazione con nuovi concorsi per funzionari e dirigenti e l'ampliamento della rete estera. Queste azioni si traducono in un incremento di 1,55 volte delle imprese servite e di 2,79 volte dei servizi di assistenza erogati alle imprese.


“Alla luce dell’attuale scenario internazionale, aggiustamenti congiunturali e manovre tampone non sono sufficienti per rispondere alla necessità di ripensare i nostri modelli di crescita, di produzione e consumo. Occorrono soluzioni strutturali – dichiara Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – al fine di rendere il nostro tessuto produttivo più resiliente dinanzi alle sfide del presente e del futuro, prime fra tutte le transizioni verde e digitale sostenibili per le imprese. 

In questa prospettiva, nella cornice del Patto per l’Export varato due anni fa per sostenere le imprese durante la fase più critica dell’emergenza pandemica, la Farnesina ha messo a disposizione un ampio ventaglio di strumenti a sostegno all’internazionalizzazione delle nostre aziende. Dall’attenzione alla crescita del Sud, funzionale alla crescita nazionale, al rafforzamento dell’immagine dell’Italia come Paese innovativo, il Ministero degli Esteri continua, oggi ancor di più, a promuovere un Sistema Paese integrato ed efficace, in cui attori pubblici e privati, amministrazioni centrali ed enti locali lavorino in maniera sinergica con l’obiettivo di favorire il successo delle nostre imprese sui mercati internazionali”.

 

“Come Mise abbiamo lavorato per favorire il rilancio delle nostre imprese e al contempo supportare gli investimenti esteri nel nostro Paese" precisa il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto, "adesso è necessario dare continuità all’azione di ascolto delle aziende e tradurre le esigenze  in proposte di politiche e servizi per la loro crescita e sviluppo in un mercato globale sempre più mutevole e incerto. Lo scenario internazionale presenta  molte incertezze e governo e istituzioni, insieme,  hanno  il dovere di sostenere i nostri imprenditori: conosco l’opera meritoria svolta dall' ICE in tal senso e quindi confermo che l’impegno va nella direzione giusta" .

“In un contesto particolarmente difficile per l’economia del nostro Paese, l’export continua la sua crescita e lo dicono i dati. Questi numeri, tuttavia, vanno letti con la consapevolezza del ritorno dell’inflazione come problema strutturale dell’economia globale” – afferma Carlo Ferro, Presidente di ICE Agenzia -. “In questo scenario, esasperato anche dal conflitto russo-ucraino che genera tensioni sulle catene globali, contribuendo a ridisegnare il concetto di globalizzazione, il Made in Italy ha recuperato e continua a crescere più velocemente rispetto alle altre economie a noi comparabili, grazie anche, e soprattutto, al significativo contributo delle imprenditrici e degli imprenditori italiani che sanno fare prodotti eccellenti. Oggi la domanda per le imprese, sia domestica sia dai mercati esteri, continua ad essere essenzialmente forte. Dobbiamo però evitare che fattori esterni di prezzo e di disponibilità di materie, in particolare quelle energetiche, condizionino la capacità di risposta a questa domanda. Offrire e promuovere prodotti di eccellenza è l'unica soluzione che funziona in tutti gli scenari, anche quelli più difficili, per questo ICE Agenzia, come attore del Sistema Paese, è ancor più a fianco delle imprese, con 20 nuove azioni, per accompagnare la transizione digitale e sostenibile e aiutarle a vincere la sfida dei mercati.”

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Per le esportazioni dopo la forte ripresa del 2021 e dopo cinque mesi di crescita nel 2022, a giugno si registra un calo congiunturale sia verso i paesi Ue sia verso i mercati extra Ue. Ma in complesso, nel secondo trimestre 2022, la dinamica congiunturale e su base annua si conferma tuttavia positiva sebbene in decelerazione – commenta Fabio Rapiti, Direttore delle statistiche economiche dell’Istat. Preoccupazione continua a suscitare l’aumento dei valori dell’import soprattutto di beni energetici e, in misura minore, dei beni intermedi. Il deficit energetico si amplia ulteriormente, per effetto dei forti rialzi dei valori medi unitari all’import di gas, greggio ed energia elettrica, e supera nei primi sei mesi dell’anno i 48 miliardi; nello stesso periodo il deficit commerciale sfiora i 13 miliardi, a fronte di un avanzo di quasi 29 miliardi dei primi sei mesi del 2021.

 

I quattro quaderni tematici

Il Rapporto si completa, come ormai di consueto, con quattro quaderni tematici che mettono l’accento su quattro punti d’attenzione per il nostro Paese. Il quaderno “L’innovazione tecnologica per la transizione ecologica”, analizza gli scenari attuali della transizione ecologica nei settori energetici: il focus è sul ruolo dell’innovazione tecnologica quale vettore per introdurre una maggiore flessibilità dei sistemi. L’analisi è inserita in un periodo storico caratterizzato da uno shock nei meccanismi di domanda e offerta (causato dalla ripresa post-Covid) e da un peggioramento delle relazioni con la Russia, che copre il 40% del fabbisogno italiano, causato appunto dal conflitto con l’Ucraina. Il quaderno “Beni energetici e intermedi, i rischi per le aziende derivanti dall’aumento dei prezzi all’importazione” monitora, un panel di imprese con l’obiettivo di individuare quelle maggiormente esposte allo shock di aumento dei prezzi dei beni energetici e intermedi importati.

Il quaderno “La sostenibilità ambientale nelle imprese manifatturiere esportatrici” analizza i profili e i comportamenti di sostenibilità ambientale delle aziende manifatturiere esportatrici in Italia nella fase pre-Covid-19, caratterizzata da una crescita del sistema esportatore. In media, il livello qualitativo delle imprese esportatrici è superiore di quasi il 60% a quello delle aziende che non esportano.  

Dalla scorsa edizione, ICE Agenzia ha avviato una riflessione sulle potenzialità di export del Mezzogiorno - che nel 2021 ha rappresentato solo il 10% del totale nazionale - e che vuole ogni anno proseguire con approfondimenti regionali. Il quarto quaderno “Le esportazioni della Puglia: struttura e potenzialità” è dedicato a questa Regione che, con 8,6 miliardi di euro nel 2021, rappresenta il 17% delle esportazioni del Mezzogiorno e l’1,7% di quelle nazionali. Lo studio della Fondazione Masi stima il potenziale sfruttabile dell’export pugliese a 4,8 miliardi di euro ed è declinato per mercato di destinazione e per settore, ad uso degli operatori.

 

La XXXVI edizione del presente rapporto si compone di tre parti, al fine di facilitarne la fruibilità per le imprese: 1) il booklet del Rapporto, che ne riassume gli elementi di sintesi, in forma di highlight e di infografica;2) Quattro quaderni tematici dedicati alla reazione delle imprese all’aumento dei costi dell’energia, all’export della regione Puglia, alla sostenibilità ambientale nelle imprese esportatrici, all’innovazione tecnologica per la transizione ecologica, e disponibili anche in formato “podcast” sul sito www.ice.it, redatti da ricercatori Istat e Fondazione Masi, dal dottor Roberto Monducci - Professional Affiliate dell’Istituto di Economia della Scuola superiore S. Anna di Pisa, dal professor Alberto Dell’Acqua dell’Università Bocconi e ; 3)  l’Annuario Istat-ICE “Commercio estero e attività internazionali delle imprese” e un suo compendio “portatile” delle principali tavole a nostra cura