“Il 2023 segna una tenuta delle esportazioni verso i Paesi extra UE e la chiusura di un anno non facile, con un risultato complessivamente positivo in termini di valore. Nel corso dei mesi abbiamo infatti assistito ad un andamento altalenante degli scambi, con primi mesi dai risultati positivi seguiti da una seconda parte molto volatile segnata da difficoltà legate al non facile contesto in cui si sono trovate ad operare le aziende italiane sui mercati extra UE a causa degli effetti delle tensioni geopolitiche, che purtroppo sono ancora lontane da trovare una soluzione. Il percorso verso la normalizzazione dei costi del trasporto marittimo ha subito contraccolpi dovuti alle tensioni nel Mar Rosso per le tratte del Far East.
I dati pubblicati oggi dall’ISTAT sulle esportazioni italiane di dicembre 2023 verso i Paesi extra UE esprimono un lieve aumento (+0,9%) rispetto a novembre 2023 ed una flessione del 7,2% su base annua. Tuttavia, il risultato complessivo dei 12 mesi segna una crescita del 2,5% (+3,9% al netto dell’energia) con un valore totale di 303 miliardi di euro, a cui contribuiscono maggiormente le vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli. A dicembre 2023 registriamo un’ottima performance rispetto allo stesso mese del 2022 nei confronti dei Paesi OPEC (+26,5%), mentre si rilevano importanti riduzioni verso Cina, Giappone (per entrambi -16,6%) e Regno Unito (-10,0%). Nell'insieme dei mercati extra UE, la flessione più ampia, come già registrato nelle rilevazioni precedenti, riguarda le vendite di energia (-13,1%), beni di consumo non durevoli (-10,6%) e beni intermedi (-7,8%).
La crisi in atto nel Mar Rosso è un ulteriore elemento di incertezza per le dinamiche commerciali internazionali e per le aziende che si stanno riprendendo da anni complessi. Un segnale incoraggiante è l’accordo firmato a Il Cairo la scorsa settimana per l’avvio di una linea marittima per il trasporto merci tra il porto italiano di Trieste e quello egiziano di Damietta, che può agevolare gli scambi tra Europa ed Africa.
Oltre a rafforzare il Made in Italy sui mercati maturi, è necessario differenziare la sua presenza in settori in forte crescita come l’aerospazio e in mercati nuovi ed emergenti come i Balcani, il Medio Oriente e Sud Est asiatico, l’America Latina e il Nord Africa. Ampie potenzialità sono possibili nel continente africano grazie alle attività strategiche delineate dal Piano Mattei del Governo Meloni, attraverso percorsi paralleli di diplomazia economica e di cooperazione integrata”.