«Marmomac non è solo una fiera, ma un laboratorio internazionale dove l’Italia mostra la propria capacità di trasformare tradizione e innovazione in una leadership riconosciuta a livello globale. Con gli accordi firmati oggi con Etiopia e Algeria, che rientrano nel solco del Piano Mattei, rafforziamo il modello dei centri tecnologici come strumento di diplomazia della crescita: luoghi in cui la formazione, il trasferimento di know-how e le tecnologie italiane diventano strumento di sviluppo condiviso. I numeri indicano un momento non facile per il comparto, con l’export di macchinari in flessione e prodotti lapidei che quasi mantengono la quota nei primi sei mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante ciò, l’Italia resta al secondo posto tra gli esportatori mondiali, con oltre 3 miliardi di esportazioni nel 2024, riuscendo a mantenere i propri volumi pur offrendo un prodotto che costa il doppio rispetto al diretto competitor. La qualità premia ed è un risultato degno di nota. Se questa è la fotografia che riguarda il presente, il futuro si presenta ancora incerto e molte cose andranno reinterpretate sulla base degli effetti dei nuovi dazi. Non possiamo quindi abbassare la guardia, dobbiamo continuare a fare squadra in maniera ancora più sinergica con tutto il sistema per raggiungere l’obiettivo dei 700 miliardi di export Paese indicato dal Governo, attraverso la diplomazia della crescita portata avanti dal Ministro Tajani, insieme alle iniziative del Ministro Urso per dare a chi produce in Italia migliori condizioni competitive e l’apporto determinante del lavoro del ministro Foti. In questo quadro, i quasi 180 operatori esteri presenti a Verona portati da ICE dimostrano il valore del lavoro congiunto anche con Veronafiere e Confindustria Marmomacchine: un impegno che non si limita a promuovere il Made in Italy, ma costruisce ponti tra imprese, mercati e culture, trasformando le fiere in piattaforme strategiche di crescita per l’intera filiera».