MACCHINE LAVORAZIONE PLASTICA E GOMMA

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Padiglione Nazionale Italiano a PlastPrintPack Ghana 2025: 

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Contatti:  Valentina Merola - industrialeggera@ice.it - 06 59926938

 

IL SETTORE (dati 2023, Var% 23/22)

Panoramica - L’industria delle macchine per la lavorazione della plastica e della gomma costituisce una delle articolazioni principali per fatturato e numero di imprese all’interno del comparto della meccanica strumentale italiana. Il settore comprende 415 aziende che occupano 14.863 addetti generando un fatturato di 4,76 miliardi di euro (+9,4%), realizzato per il 73,6% sui mercati internazionali (+10,8%).

L’Italia è il terzo esportatore mondiale dopo Cina (31,8%) e Germania (23,7%). Le destinazioni di export, in ordine di importanza sono: UE, Nord America e Asia.

L’export sta registrando un trend crescente verso le seguenti destinazioni: Africa/Oceania (+30.1%), Americhe (+18%), UE (+9.2%), Asia (+8.1%)

Dimensioni aziendali - Si evidenzia una netta preponderanza numerica di aziende di piccole dimensioni (quelle fino a 5 milioni di euro – costituiscono circa il 54% del totale), le quali, tuttavia, contribuiscono al fatturato di settore soltanto per il 9%. Sono appena l’8,8%, invece, le realtà aziendali con fatturato superiore ai 25 milioni di euro, pur rappresentando la quota più significativa (51%) del volume complessivo.

Distribuzione territoriale - Da un punto di vista territoriale, la maggior parte delle aziende è localizzata in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Queste quattro regioni ospitano l’80% delle imprese del settore.

Dati statistici 2024

Produzione: € 4,65 mld

Export: € 3,62 mld   -  Quota Export: 77,8%

Variazione Produzione 24/23: -3.1%

Variazione Export 24/23: 1,5%

Variazione quota export 24/23:  +3.7 punti percentuali

Mercati di destinazione

Nord America (tra i quali USA  e Messico) 17,1%;  Europa (UE e extra UE) : 52,2%; Asia/Oceania: 17,2% (in aumento); Centro e Sud America: 6,9%; Africa: 6,6%.

Paesi di destinazione

Germania (11.5%), USA (9,7%), Messico (6,3%), Francia (5,7%), Cina (5,2%); 

PROCESSO EVOLUTIVO DEL COMPARTO – SFIDE E OPPORTUNITA’

La domanda mondiale di plastica e gli investimenti di settore

Nel periodo pre-pandemico, si prevedeva una costante progressione della domanda di polimeri fino al 2030 ad un tasso medio percentuale annuo di crescita (CAGR) intorno al 3%

Tuttavia, l’ultimo triennio ha mostrato un rallentamento nella suddetta domanda, a causa dei recenti e attuali eventi sanitari e geo-politici mondiali. Tale scenario si accompagna al concretizzarsi di investimenti in capacità produttiva avviati in precedenza con un orizzonte a lungo termine, e che diventano ora sovrabbondanti.

L’attuale propensione agli investimenti è ora rallentata anche dal prezzo dell’energia, in un settore energivoro quale quello della produzione, trasformazione e recupero dei polimeri, con risvolti negativi soprattutto per il mercato europeo e per quei soggetti propensi a investire sulla sostenibilità del settore, in particolare i riciclatori.

Anche a causa dei costi energetici, gli investimenti rivolti alla circolarità delle materie plastiche sono pertanto inevitabilmente inferiori rispetto alle previsioni.

Il processo verso la sostenibilità

La transizione a un’industria volta alla sostenibilità è tuttavia un percorso ormai definito e irreversibile: Il comparto nel suo complesso si sta impegnando per trasformare la tradizionale economia lineare in un’economia circolare delle materie plastiche. Gli analisti del settore parlano di un effetto “sostituzione” tramite il riciclo (sia meccanico sia chimico), l’utilizzo di materie plastiche a base biologica e l’impiego di materie prime secondarie (MPS)

La normativa europea

Tale transizione si rende necessaria non solo da richieste del mercato, ma soprattutto da un forte impulso normativo derivante dalle recenti regolamentazioni europee in materia.

Fra i documenti di policy europea si trova la “Strategia sulla plastica nell’economia circolare” in base alla quale si fissa l’obiettivo per cui entro il 2030 tutti gli imballaggi in plastica immessi sul mercato europeo dovranno essere riutilizzabili o riciclabili “in modo efficace sotto il profilo dei costi”. In aggiunta, si stabilisce un target, entro il 2025, del 50% del riciclo degli imballaggi in plastica.

La Strategia prevede una serie di misure, obiettivi e target per migliorare la progettazione dei prodotti, promuovere l’uso della plastica riciclata, ridurre la plastica monouso, contrastare l’inquinamento da microplastica, nonché gli investimenti necessari al cambiamento.

La plastica figura, inoltre, tra le principali catene del valore su cui si concentra il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, presentato nel 2020 nell’ambito del Green Deal Europeo. In tale contesto, la Commissione si è impegnata a adottare ulteriori misure per affrontare i problemi di sostenibilità connessi alla produzione, trasformazione, utilizzo, dispersione e gestione a fine vita delle materie plastiche.

La Commissione ha fornito inoltre maggiore chiarezza ai consumatori e all'industria riguardo alle plastiche a base biologica, compostabili e biodegradabili stabilendo per quali applicazioni tali plastiche sono realmente vantaggiose sul piano ambientale e come dovrebbero essere progettate, smaltite e riciclate.

Risorse e strumenti per la transizione

Le risorse necessarie a garantire il rispetto delle nuove normative richiedono ingenti risorse e investimenti. Si stima manchino tra i 6,7 ​​e gli 8,6 miliardi di euro di investimenti per raggiungere l’obiettivo UE di immettere sul mercato 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata all’anno – nei prodotti finali – entro il 2025, al punto che la BEI ha ideato degli strumenti finanziari ad hoc per sostenere questo processo.

A livello globale invece, si stima che per il passaggio ad un sistema industriale integralmente circolare l’industria della plastica dovrebbe investire circa 1.500 miliardi di dollari per soddisfare la crescente domanda di materie plastiche fino al 2050, passando una parte dei futuri investimenti ad essa dedicati verso metodi avanzati di riciclo, meccanico e chimico.

Gli analisti prendono spesso come riferimento il 2050 anche per i lunghi tempi di maturazione della tecnologia e gli investimenti di capitale richiesti. In particolare, sul fronte del riciclo chimico, le decisioni di investimento prese in questo decennio, e in particolare nei prossimi tre-cinque anni, determineranno l’aspetto del sistema plastica nel 2050. Allo stesso modo, i dati mostrano che i fornitori di tecnologie impiegano in media 17 anni dalla fase di ideazione per raggiungere la scala di crescita.

Gli investimenti di capitale effettuati oggi avranno conseguenze solo a lungo termine.

Questa situazione genera numerose opportunità per i produttori di macchinari per la trasformazione della plastica e della gomma. Si tratta di una vera e propria trasformazione dell’industria, in cui i produttori del comparto dovranno saper cogliere, e velocemente, le rilevanti occasioni generate dal mercato. La capacità di innovazione e di realizzazione di soluzioni tailor-made, qualità che caratterizzano il Made in Italy, saranno il valore aggiunto che permetterà all’industria italiana di accrescere la quota di mercato prima a livello europeo, e poi globale.

ATTIVITA’ ICE AGENZIA

ICE Agenzia supporta le aziende del comparto favorendone la partecipazione alle più importanti fiere del settore su mercati target (Plastico Brasil, Saudi Plastics&petrochemical, Plastprintpack Ghana, e dal 2024 anche PlastAlger e – in valutazione – Plastimagen ecc.) tramite l’organizzazione di Padiglioni Nazionali Italiani.

Supporta inoltre la principale manifestazione italiana del settore, PLAST, nonché la fiera dedicata al riciclaggio, Greenplast, favorendone una sempre maggiore internazionalizzazione – vedere dettagli nella sezione dedicata

COLLABORAZIONE CON AMAPLAST

L’associazione di riferimento per il settore è AMAPLAST (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma), a cui sono iscritte 157 aziende del comparto