Il Made in Italy gode di una reputazione straordinaria in tutto il mondo e il recente buon andamento dell’export ne è l’espressione tangibile. Tuttavia l’accesso ai mercati esteri non è sempre supportato da adeguate capacità distributive e di investimento, anche a causa di fattori dimensionali delle imprese italiane, limitando la possibilità di cogliere opportunità su molti mercati.
L’e-commerce, se adeguatamente preparato e perseguito dalle imprese, può fornire un valido sostegno per superare questi limiti strutturali. La cultura digitale dei nuovi consumatori, la tendenza verso una disintermediazione tra consumatore e produttore, la necessità di creare narrative e contenuti attraenti e facilmente fruibili indicano l’esigenza di includere la digitalizzazione della comunicazione e del commercio tra le strategie portanti per una futura crescita nei mercati internazionali.
Inoltre, anche la pandemia causata dal Covid-19 ha dato un impulso crescente all’espansione di questo nuovo canale di vendita. L’e-commerce ha aiutato i compratori a superare i limiti dei negozi fisici, facendo superare le molte diffidenze sugli acquisti on line e sull’uso degli strumenti elettronici di pagamento. E può essere ancora di più, in un momento come questo, un’incredibile opportunità per la diffusione del Made in Italy nel mondo.
A fronte di queste sfide e nuove possibilità, il Governo italiano ha inserito nel Piano straordinario per il Made in Italy il sostegno all'utilizzo degli strumenti di e-commerce da parte delle piccole e medie imprese. É in questo quadro che l’Agenzia ICE ha commissionato al Politecnico di Milano uno studio approfondito sull'e-commerce, volto ad analizzare le dinamiche sia del più conosciuto B2C (business-to-consumer), che del B2B (business-to-business), che le caratteristiche di mercati strategici per il Made in Italy.
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